Monte Schiaron dalla Val Vissada (CAI-169-196)


.169 Partiamo dalla F.la Zovo dove siamo arrivati in auto e, dopo averla adeguatamente parcheggiata per permettere il parcheggio di altre vetture, ci incamminiamo imboccando il sentiero con segnavia CAI-169. Inizialmente si procede per bosco con andamento pianeggiante. Lasciatoci il bosco alle spalle si attraversano dei ghiaioni del M.San Daniele su mulattiera di recente sistemazione. Si procede in leggera salita verso Nord finche’ si arriva all’estremita’ del M.S.Daniele, da dove si ha una panoramica stupenda sulla Val Visdende, con il Gruppo del Rinaldo-Ferro vicino sulla destra ed in lontananza il M.Peralba. Ora la salita si fa piu’ concreta, sempre sul lato del M.San Daniele, ci si eleva per 150m nell’imbocco della Val Vissada per ripido canale naturale fra il M.Schiaron e il M.San Daniele su terreno a ghiaia grossa; da qui si puo’ ammirare anche una caratteristica cascata del Rio di Vissada chiamata “Pisandui”. Giunti al cancello che separa la valle abbiamo raggiunto circa i 1727 m s.l.m. e da questo vertice della Val Vissada si cominciano ad intravedere in alto sulla sinistra le C.de d. Longerin.
La strada ora sale sul lato destro della valle, lungo la base del M.Schiaron, e dopo aver percorso circa 500m di salita, facendo di tanto in tanto degli incontri con qualche marmotta curiosa lungo il pascolo alla nostra sinistra, si puo’ scegliere se effettuare una sosta sul grande sasso al ciglio della strada oppure decidere di uscire dal tragitto ed incamminarci verso il bivacco di recente restaurazione sito al centro della valle. Dopo esserci rifocillati a dovere, riprendiamo il cammino sempre in direzione Nord.
Ora la salita e’ decisamente piu’ dolce ed in breve tempo ci porta quasi in cima alla Val Vissada; qui troviamo un crocevia. Al bivio svoltiamo a destra intraprendendo il sentiero con segnavia CAI-196.


.196 Il sentiero sale verso la cima del Monte Schiaron. Si cammina inizialmente in piano costeggiando i vecchi scavi delle trincee risalenti alla Prima Guerra Mondiale. Appena saliti in costa possiamo vedere sul lato destro del sentiero i ruderi della Malga Val Vissada che un tempo ospitava le pecore durante la bella stagione, mentre, poco al disopra della via sulla sinistra, nascosto al passaggio ma ben visibile scendendo, c’e’ un piccolo laghetto piovano.
Ora cominciamo a salire su pendii erbosi, il sentiero e’ sempre ben marcato e non impegnativo. Lungo questo semplice tratto, alla nostra sinistra sono presenti alcune postazioni militari in caverna risalenti alla Prima Guerra Mondiale, oramai in pessima condizione. Giunti alla forcella vicino alla cima essa si staglia davanti a noi ripida. Per salirla bisogna aggirarla verso Destra passandoci sotto e guadagnarla dal lato Sud Est per pendii erbosi. Nell’attraversamento verso destra, circa a meta’, bisogna salire un canale con rocce franose e giunti in cima si puo’ scegliere se proseguire verso destra oppure verso sinistra.
La via piu’ semplice volta a destra scavalcando un masso che nasconde il proseguimento, qui il sentiero e’ tracciato ad ometti di pietra, si prosegue per circa una ventina di metri lungo ghiaie arrivando al lato Sue Est della cime e voltandoci di 180° non ci resta altro che salire fino alla croce che da questo punto dista circa trenta metri.


La via che conduce alla vetta, proseguendo verso sinistra, e’ piu’ impegnativa. Da questa parte si gira attorno al dente roccioso del monte e giunti sul lato Nord, dobbiamo oltrepassare un ripido canalone accovacciandoci a causa dello stretto passaggio. Tratto pericoloso per l’esposizione. In seguito, proseguendo in orizzontale, si passa davanti ad una feritoia scavata nella roccia e successivamente si oltrepassa l’ingresso dell’insediamento in caverna risalente alla Prima Guerra Mondiale, scavato direttamente nella cima del Monte. Sempre sul lato Nord, si raggiunge la cima in poco tempo per ripidi prati.
Protagoniste indiscusse del panorama sono le C.de dei Longerin che si affacciano imponenti con le loro guglie se ci voltiamo verso nordovest. La vetta offre una splendida visuale sulla Val Vissada e la Val Visdende, ma anche sui paesi del comune di San Pietro in primis. La sua posizione centrale permette uno sguardo a 360° sul territorio Comelicense, il Vicinissimo Monte San Daniele, il Monte Curie’ e tutti i gruppi confinanti partendo dal Gruppo del Rinaldo-Ferro a pochi chilometri. E’ ben visibile anche la Linea di Confine Est ed un po in lontananza il Monte Peralba.
.considerazioni La salita al Monte Schiaron porta ad un’ altitudine di 2426 m s.l.m.; partendo dalla F.la Zovo si ha un’elevazione di 640m e si percorrono 4,5km in circa 2 ore e 30 Min. La difficolta’ dell’escursione e’ E in quanto lungo la salita non sono presenti particolari difficolta’ e pericoli, intraprendendo la salita finale verso la destra della cima. Viceversa la svolta a sinistra, che permette la visita dei resti militari, risulta pericolosa e non piu’ utilizzata. La discesa puo’ essere intrapresa anche sul versante Est della Montagna, discendendo lungo il ripido canalone che al termine, arriva ad una strada forestale che conduce alla localita’ La Fitta nella Val Visdende.


.il Percorso Militare Appena prima di salire alla cascata di “Pisandui”, corredata da cartello indicante, abbiamo un percorso militare risalente alla grande guerra. Il mini itinerario ad anello puo’ essere affrontato agevolmente partendo dal sentiero CAI-169 alla quota di 1600 M SLM prima di cominciare la salita che porta alla Val Vissada. Oppure, dal lato opposto, lungo la strada che conduce al Monte Zovo con segnavia CAI 154. Si svolta a destra, circa 200m dopo il rifugio Forcella Zovo.
Il percorso prevede la visita a quello che resta di una piazzola per mortai e si snoda lungo camminamenti militari anche in caverna.

.la Bombarda Tornati di qualche passo indietro dal belvedere, il sentiero comincia a salire molto ripido. In cima incontriamo dei ruderi di una costruzione, in una radura molto soleggiata. Ci troviamo nella piazzola della bombarda dove durante la prima guerra mondiale i soldati avevano installato delle postazioni di bombardamento con dei mortai.
Il sentiero prosegue attraversando un tunnel che sbuca dall’altra parte del monte con una stupenda vista dall’alto del bosco; da qui si continua principalmente in quota per rocce e ghiaie fino a rientrare nel bosco. La via e’ attrezzata con delle corde metalliche per i meno esperti. Il sentiero continua inoltrandosi nei boschi fino a sbucare nelle vicinanze dal rifugio F.la Zovo lungo la strada che porta al Monte Zovo.
.Il Monumento Nei pressi della bassa Val Vissada, prima di giungere al bivacco, possiamo soffermarci su un cippo in cemento, ben tenuto e protetto dalle incursioni delle manze. Esso ricorda la storia del 92° Reggimento Fanteria e del 18° Battaglione della Guardia di Finanza, travolti dalla valanga in Val di Londo avvenuta il 25 Febbraio del 1916, e del Brigadiere ucciso da una granata nemica il 12 Giugno 1916. In questo luogo il 39° Battaglione ne compose le salme durante l’estate Luglio-Agosto 1916.


.acqua Il tracciato garantisce una buona scorta di acqua, specialmente la prima parte della salita in Val Vissada e fino alla F.la Longerin. La seconda parte invece non presenta nessuna fonte d’acqua che dovra’ pertanto essere presa prima.

.bici La salita alla Val Vissada puo’ essere intrapresa anche in bicicletta, pur essendo un tragitto pietroso e ripido, in quanto i cicli possono passare poiche’ la strada e’ generalmente larga. Anche la salita alla vetta puo’ essere a fatica intrapresa con una bicicletta a parte l’ultimo tratto che per oltrepassarlo dobbiamo separarcene e salire a piedi.

.cane Tutta l’escursione puo’ essere accompagnata da un cane o piu’, a patto che l’animale sia abituato all’altitudine e sappia comportarsi sui sentieri di alta montagna in presenza di pietre rotolanti. In alternativa si deve procedere con un guinzaglio. In genere non sono presenti passaggi che possono mettere in difficolta’ gli animali a quattro zampe.

.ripari La presenza del nuovo bivacco Val Vissada e della grotta al Longerin nonche delle grotte sulla cima dello Schiaron garantiscono un buon riparo in caso di maltempo, ma anche la possibilita’ di poter passare la notte in zona per poter salire comodamente tutte le cime della valle.